Rigenerare gli scarti
Dare nuova vita a ciò che era considerato un rifiuto, salvaguardando le risorse e operando con serietà e affidabilità: questo è l’obiettivo e il cuore dell’azienda.
Sin dalla sua fondazione, nel 1965, quando ancora il concetto di inquinamento tessile era sconosciuto ai più, Edelweiss, ha scelto una strada alternativa, ritenendo che, come avviene in natura, nulla deve diventare un rifiuto ma deve invece trasformarsi in qualcosa di nuovamente utile.
Una missione la cui importanza cresce di anno in anno per cercare di limitare l’impatto ambientale dell’industria del fast-fashion, arrivata oggi ad essere una delle maggiori cause di inquinamento a livello mondiale.
Il processo è quello di un’economia circolare, quindi, che ricorda l’ecosistema della natura in cui nulla viene sprecato e tutto serve; un modello da perseguire per essere pionieri e fautori di un’inversione di rotta che è quanto mai di primaria importanza per il Pianeta.
In Edelweiss l’intero processo di rigenerazione avviene internamente all’azienda: partendo dalla sfilacciatura dello scarto tessile (pre- e post-consumo) infatti, che riporta il materiale allo stato di fibra, e grazie alla successiva fase di mistatura, che rende la fibra omogenea, si ottiene una nuova materia prima (la cosiddetta “materia prima seconda”), pronta per essere nuovamente filata, con metodologia Open-End o Dref, a seconda della composizione e del risultato desiderato.
Il filato rigenerato potrà poi essere utilizzato in produzioni di moltissimi tipi dal settore tessile alla pulizia, alla filtrazione, alla creazione di nastri trasportatori, di corde e stringhe e molto altro ancora.
Rispetto all’utilizzo di cotone vergine, i benefici per l’ambiente sono innumerevoli.
Innanzitutto si evita l’enorme consumo di acqua necessaria per coltivare il cotone, oltre all’inquinamento derivante dalle sostanze chimiche impiegate nella coltivazione (pesticidi, fertilizzanti e tutto ciò che viene utilizzato per far crescere al massimo la pianta).
Inoltre, i macchinari e gli autoveicoli necessari alla conduzione delle aziende agricole per la produzione del cotone richiedono molto carburante: diverse fonti negli Stati Uniti affermano che, per produrre una tonnellata di fibra, servono in media 19 Gigajoules: 1GJ di energia è equivalente all’energia contenuta in 28 litri di benzina.
Rigenerando e utilizzando gli scarti tessili si riduce inoltre l’inquinamento da CO2 legato ai trasporti per l’importazione e il consumo di acqua e l’inquinamento chimico legati alla tintura (nessuno dei nostri filati o materie prime viene infatti sottoposto a tintura, ma i colori vengono ottenuti tramite miscela delle materie prime seconde, già tinte in origine).
Ultimo beneficio, ma forse il più immediatamente evidente: si evita che lo scarto tessile venga incenerito come rifiuto, creando ulteriore CO2, oppure vada ad aumentare il volume delle discariche tessili a cielo aperto, sempre più estese nel Terzo Mondo.
Materie prime seconde
Le materie prime utilizzate (scarti tessili) provengono sia da fonti pre- che post- consumo. Gli scarti tessili industriali (pre-consumo) comprendono tutto ciò che viene utilizzato per la produzione del capo: dal filo, al tessuto, al confezionamento (scarti, cimosse, ritagli, o parti non utilizzabili), mentre negli scarti post-consumo rientra tutto ciò che è stato in qualche modo usato (abbigliamento, ma anche qualsiasi altro tessile), che non può entrare nei canali di riutilizzo (1° e 2° scelta) e quindi non è più considerato utilizzabile tal quale.
Di fondamentale importanza per l’azienda diventa quindi la selezione dei fornitori, che devono essere in linea con i valori aziendali e rispettare determinati requisiti (certificazioni e non solo), per garantire scarti tessili di buona qualità nonché privi di qualsiasi sostanza nociva. L’affidabilità dei fornitori è infatti il primo passo per offrire un prodotto di qualità, sia in termini di performance che di sicurezza di utilizzo.
I fornitori di Edelweiss sono in grado di offrire materie prime certificate secondo lo standard internazionale GRS (Global Recycle Standard) e secondo lo standard Oeko-Tex, permettendo quindi ad Edelweiss di certificare a sua volta anche i propri processi produttivi per offrire, su richiesta, filati certificati GRS ed Oeko-Tex.
Gli scarti tessili acquistati hanno, per loro intrinseca natura, composizioni diverse: generalmente in Edelweiss viene prediletta la prevalenza cotone. A seconda delle necessità possono essere acquistati scarti anche a prevalenza lana, viscosa, ecc., oppure, in minor parte e solo ove strettamente necessarie, materie prime vergini.
Oltre il 90% delle materie prime acquistate da Edelweiss proviene da scarti tessili.
Anche il poliestere, che viene utilizzato in alcuni filati, può provenire da materiale riciclato (in questo caso da bottigliette di plastica usate): Edelweiss è perciò in grado di offrire filati 100% rigenerati.
Ricerca e sviluppo
Vera “mente creativa” dell’azienda, il reparto Ricerca e Sviluppo ha la responsabilità di creare la “ricetta” migliore per incontrare le esigenze del cliente, sia in termini di caratteristiche del filo, sia in termini di tonalità di colore.
È solo grazie all’esperienza di 60 anni nella creazione di filato rigenerato che Edelweiss può ottenere risultati eccellenti ed offrire ai propri clienti un prodotto perfettamente personalizzato in base alle loro richieste e necessità.
Le variabili che il reparto Ricerca e Sviluppo si trova ad affrontare sono molteplici e in gran parte dipendono dalle materie prime seconde che è possibile acquistare. Occorre ricercare la soluzione migliore per la produzione del filo considerando quindi:
Essendo le materie prime costituite da scarti, non sempre è possibile reperire un certo colore, per una pluralità di motivi: poca produzione nel periodo precedente, grande richiesta nel mercato rigenerato, ecc.
La composizione della materia prima seconda acquistata è intrinsecamente variabile in modo significativo: in caso di scarti industriali a seconda delle caratteristiche necessarie alla produzione da cui deriva lo scarto, in caso di scarti post-consumo si aggiunge la variabile dell’assortimento degli scarti.
Il colore in Edelweiss viene sempre ottenuto senza tintura: è quindi necessario calibrare le fonti di colore, che sono, a causa delle tinte reperibili sul mercato, sempre diverse. Ogni volta che si vuole ottenere una data tonalità sarà quindi necessario calibrare le varie percentuali in modo nuovo. Poiché dipendono da fonti diverse, difficilmente la tonalità di colore di diverse partite potrà essere uguale: per questo motivo, in caso di necessità di tonalità identica, la soluzione può essere solo la produzione di un quantitativo maggiore. Solitamente il cliente sensibile al valore del filato rigenerato è a conoscenza di questa caratteristica, e tende a comunicarlo come valore aggiunto, come testimonianza palese della provenienza e dell’unicità del prodotto.
A seconda del tipo di produzione e del prodotto finale che verrà creato dal cliente possono essere necessarie caratteristiche diverse: maggiore tenacità nel caso della tessitura e della maglieria, maggiore assorbenza in caso di prodotti per pulizia, aspetto del filo (più asciutto o più soffice), e molte altre. Dal momento che lo scarto deve essere sottoposto al trattamento di taglio e sfilacciatura per tornare fibra, questa sarà per forza di cose più corta e necessiterà di aggiunta di una percentuale di fibra più forte e/o di una lavorazione diversa, atta ad aumentarne la resistenza.
Tutte queste caratteristiche vengono ottenute dal reparto Ricerca e Sviluppo miscelando diverse fibre, naturali e non, colorate e non, e decidendo i parametri di produzione (macchine Open-End o Dref, giri di torsione e di ritorcitura, ecc.). In taluni casi, al cotone rigenerato può venire aggiunto poliestere, riciclato anch’esso da bottiglie di plastica usate, per arrivare a produrre anche filati rigenerati al 100%!
Ogni volta che si produce una nuova partita di filato, sono necessarie numerose prove e test prima di andare in produzione e, quando necessario, il filato campione viene sottoposto all’approvazione del cliente prima di essere autorizzato.
Colori senza tintura
Grazie all’esperienza di lunga data del suo reparto Ricerca e Sviluppo, Edelweiss può vantare uno dei suoi principali fiori all’occhiello: l’infinita gamma di colori ottenuta senza ricorrere ad alcun processo di tintura (e senza magia… o forse un pizzico!)
Quando si pensa all’impatto dell’industria tessile sull’ambiente infatti, il pensiero va immediatamente alla quantità di scarti che finiscono negli inceneritori o nelle discariche a cielo aperto, ma più raramente si pensa alle tinture utilizzate nella produzione di tali capi.
Il primo problema ecologico relativo alla tintura è l’ingente quantità d’acqua utilizzata: a livello mondiale, l’industria tessile consuma tra i sei e i nove trilioni di litri d’acqua all’anno, e questo solo per la tintura dei tessuti; questo dato equivale a riempire più di due milioni di piscine olimpioniche con acqua dolce ogni anno.
A ciò si somma il fatto che circa 3/4 dell’acqua consumata per tingere i tessuti diventa acqua di scarto non potabile: un mix tossico composto da tinture, alcali, metalli pesanti e sostanze chimiche utilizzate per fissare il colore sul tessuto, che per essere filtrato necessita di un procedimento molto costoso (che purtroppo, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, viene talvolta evitato scaricando illegalmente le acque tossiche nei fiumi, con un enorme danno ambientale).
L’innovativo e pioniere processo produttivo sviluppato in Edelweiss permette di ridurre in modo considerevole l’impatto ambientale della tintoria: gli scarti tessili, infatti, già tinti durante la loro precedente produzione, non perdono il loro valore venendo distrutti, ma ottengono invece una nuova vita tornando allo stato di fibra, ancora colorata quindi, e nuovamente mischiati e filati. Le fibre colorate vengono mischiate come colori su una tavolozza, in percentuali che variano sempre per ottenere la giusta tonalità, ma mantenendo l’attenzione alla necessaria composizione tessile che garantisce adeguate caratteristiche del filato.
Fonti di energia
Ridurre l’impatto degli scarti tessili, mantenerne il valore non distruggendo ma rigenerando, non sprecare risorse, evitare l’impatto ambientale della tintura (preservando anche il valore della fibra già tinta), limitare le emissioni di CO2, ottimizzare sempre di più un processo produttivo rispettoso dell’ambiente e delle persone… e le fonti energetiche?! Si, per il processo di rigenerazione delle fibre serve molta energia!
Anche in questo Edelweiss ha deciso di seguire la strada della sostenibilità, con un percorso graduale attentamente monitorato e migliorato di anno in anno, implementando sempre maggiormente l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili.
Ad oggi l’intera copertura degli stabili aziendali è ricoperta di pannelli solari, che forniscono ben 910Kw/h, alimentando una parte significativa della nostra produzione.
Tutto ciò che è stato fatto sinora è certamente qualcosa di cui andare orgogliosi, ma l’impegno di Edelweiss non si ferma qui. L’obiettivo è proseguire nei prossimi anni seguendo la via tracciata tre generazioni orsono, mirando ad una sempre maggiore sostenibilità, agendo in modo da ridurre sempre più la nostra impronta sul Pianeta.
Certificazioni e impegno
Edelweiss è nata con l’intento di dare nuova vita agli scarti tessili, creando filati rigenerati per la produzione di nuovi tessuti, quindi da sempre intrinsecamente con un forte impegno di sostenibilità e basso impatto ambientale. L’azienda può vantare di avere l’intero ciclo produttivo di rigenerazione del filato al suo interno, dalla sfilacciatura dello scarto tessile fino alla produzione del filato, singolo o ritorto.
In quest’ottica di sostenibilità ambientale a 360° rientrano le due principali certificazioni che Edelweiss è in grado di offrire sui propri filati: GRS e Oeko-Tex® Standard 100 . Ciascuna di esse certifica un particolare aspetto aziendale e di prodotto.
GRS (Global Recycle Standard) è riconosciuto come il più importante standard internazionale per la produzione sostenibile di indumenti e prodotti tessili realizzati con materiali da riciclo. Questo standard, volontario e completo, è promosso da Textile Exchange, una delle più importanti organizzazioni non-profit internazionali per lo sviluppo responsabile e sostenibile nel settore tessile. Lo standard riconosce l’importanza del riciclo per la crescita di un modello di produzione e consumo sostenibile, con l’obiettivo di favorire la riduzione del consumo di risorse (materie prime vergini, acqua ed energia) ed aumentare la qualità dei prodotti riciclati.
Il GRS prevede il rilascio di una dichiarazione ambientale verificata da parte terza che assicura il contenuto di materiali da riciclo dei prodotti, sia intermedi che finiti, il mantenimento della tracciabilità lungo l’intero processo produttivo, le restrizioni nell’uso dei prodotti chimici ed il rispetto di criteri ambientali e sociali in tutte le fasi della filiera produttiva (dal riciclo dei materiali, alle successive fasi manifatturiere, fino all’etichettatura del prodotto finito). Le fasi che non rientrano nella certificazione sono la raccolta dei rifiuti, la cernita, selezione e raggruppamento. Possono essere certificati in base al GRS i prodotti e attività e processi manifatturieri attraverso i quali il materiale riciclato viene impiegato per realizzare prodotti intermedi (ad esempio: filati e tessuti) o prodotti finiti destinati al consumatore, che utilizzino modelli e procedure gestionali conformi ai requisiti fissati.
Oeko-Tex ® Standard 100 è un sistema di controllo e certificazione indipendente e uniforme a livello internazionale per le materie prime, i semilavorati e i prodotti finiti del settore tessile ad ogni livello di lavorazione, oltre che per i materiali accessori utilizzati.
I controlli OEKO-TEX® delle sostanze tossiche sono principalmente progettati considerando la destinazione d’uso dei tessuti e dei materiali. Più è intenso il contatto di un prodotto con la pelle e più questa è sensibile, più severi saranno i requisiti umano-ecologici da rispettare.
Le classi di prodotto si distinguono come segue:
- Classe di prodotto I: Articoli per neonati e bambini piccoli fino a 3 anni (biancheria intima, tutine, abbigliamento, lenzuola, spugne ecc.)
- Classe di prodotto II: Articoli utilizzati a contatto con la pelle (biancheria intima, biancheria da letto, t-shirt, calzini ecc.)
- Classe di prodotto III: Prodotti non a contatto con la pelle (giacche, cappotti, ecc.)
- Classe di prodotto IV: Materiali da arredamento/decorativi (tende, tovaglie, rivestimenti per mobili imbottiti, ecc.)
Attualmente Edelweiss è certificata per la Classe di prodotto I.
Grazie alla sua esperienza decennale, lo STANDARD 100 by OEKO-TEX® contribuisce a garantire una sicurezza di prodotto elevata ed efficace dal punto di vista del consumatore. I criteri di verifica e i valori limite sono di gran lunga più esigenti dei parametri validi a livello nazionale e internazionale. Le approfondite verifiche dei prodotti e gli audit aziendali periodici consentono inoltre di sensibilizzare l’industria all’utilizzo responsabile delle sostanze chimiche, nel lungo termine e su scala mondiale.
Codice etico
Il codice etico di Edelweiss è composto dalla Politica di Responsabilità Sociale e Politica Ambientale ed è vincolante per i comportamenti di tutti i suoi collaboratori. Inoltre, Edelweiss richiede ai principali fornitori una condotta in linea con i principi generali del presente codice. Il codice etico ha validità sia in Italia che all’estero, pur in considerazione della diversità culturale, sociale e economica dei vari Paesi in cui Edelweiss opera.